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venerdì 2 agosto 2013

Album sulle Edizioni Panini Modena - 1976


Agli album di figurine della Panini appartengono parte dei ricordi delle generazioni degli anni 70 e 80. Non solo la marea di album i cui protagonisti erano gli eroi e le eroine (grazie alle quali tante bambine si affezionarono alle figurine, che fino ad allora era un gioco prettamente per maschietti) dei cartoni animati giapponesi, ma prima di essi, ed in contemporanea con essi, altri eroi finirono appiccicati dai bambini su quegli album: Sandokan, Ufo Shado, Big Jim, Barbie, Guerre Stellari, e prima di tutti questi i calciatori della Serie A.
Ma come venivano prodotti gli album di figurine della Edizioni Panini?
Nel 1976 venne pubblicata dalla Panini una brochure informativa dedicata alle aziende del settore editoriale, anche straniere. Ivi contenuto c'è l'illustrazione di tutto il sistema produttivo, dall'ideazione dell'album alla distribuzione, compreso il "customer service" post vendita, spiegato con delle stupende immagini e delle brevi didascalie esplicative scritte in 4 lingue (italiano, inglese, francese e tedesco), a dimostrazione che la Panini di allora aveva la predominanza sui mercati europei.
Una delle caratteristiche peculiari di questa brochure informativa è il suo formato, identico a quello di uno dei tanti album di figurine che la Panini produceva e produrrà negli anni a seguire, con l'unica differenza che non ci sono figurine da appiccicare.
Il valore storico delle immagini e delle didascalie sta fondamentalmente nell'importanza che l'azienda dimostrava di dare al lavoro dei propri dipendenti, dal consiglio di amministrazione fino all'operaio che incellofanava i bancali con i pacchi di figurine, senza dimenticare le signorine che ci inviavano per corrispondenza le figurine che proprio non riuscivamo a trovare.
In 45 scannerizzazioni spero di riuscire a rivelare il segreto delle figurine Panini.
Dato il formato della pubblicazione, che è più grande del piano dello scanner, ho dovuto fare più scan della stessa pagina, anche perché, altrimenti, non si sarebbero lette bene le didascalie.










Si nota che la bambina pare essere molto meno interessata del fratellino, quando arriveranno Heidi, Bia e Lady Oscar cambierà opinione.





La prima fase, di pianificazione a tavolino e di ideazione.





Tutto il lavoro di redazione atto a trovare i materiali informativi da stampate sugli album.



Le foto dei calciatori erano elaborate qui.




Come accennato sopra sono spiegate tutte le fasi produttive, qui, dopo la parte ideativa e grafica, il fotolito e la fotoincisione.






Altro step produttivo: la stampa.




Purtroppo la scan non rende la bellezza dell'immagine reale a doppia pagina: una fabbrica viva, attiva, con i suoi dipendenti intenti a produrre.


La "fustellatura" è l'operazione che permette di tagliare, grazie ad appositi macchinari, le figurine stampate in alto numero su grandi fogli in singole figurine.


Qui sotto le operaie intente a "fustellare" i fogli con le figurine, da notare l'abbigliamento, le due operaie nella foto piccola hanno normalissime scarpe coi tacchi.


Ecco come era prodotta la bustina che avrebbe contenuto le nostre figurine preferite.





Ed ecco uno dei momenti più importanti del ciclo produttivo, l'imbustamento. Questo avveniva grazie a delle macchine create dalla stessa Panini, uniche al mondo, che permetteva anche la miscelazione per evitare che venissero trovate due figurine uguali nella medesima bustina. Quel macchinario, inventato da Umberto Panini negli anni 60, si chiamava "Fifimatic". Il nome deriva da come i bambini di Modena chiamavano le figurine, cioè "fifi", sommato al più tecnico ed americano "matic".





Immagine completa del reparto con le Fifimatic.


Come accennavo precedentemente tutti i lavori, e lavoratori, erano illustrati: qui gli addetti al confezionamento dei bancali.



Qui si spiega la parte riguardante la produzione degli album.



Per una azienda che voleva farsi apprezzare da altre aziende di importanza basilare, tanto quanto la parte rpoduttiva, era illustrare la capacità di consegnare celermente il prodotto.


Un tir pieno di figurine!


La Panini esportava in tuta Europa, così tanto che aveva alcuni sede estere.



Tralasciando il soggetto mostrato (la mitica serie di telefilm di fantascienza Ufo Shado), ci vengono spiegate le quantità riguardanti le confezioni: scatole con 200 bustine, dentro a cartoni contenenti 10 scatole, in bancali con 70 cartoni (7 piani da 10 cartoni l'uno, disposizione inusuale oggigiorno), pari a 140 mila bustine per bancale!





La forza della Panini era che adattava la produzione in base alle esigenze delle singole nazioni, quindi ciò che vedevamo noi nelle nostre edicole era differente da quello che trovavano gli altri bambini europei. Per esempio io sono venuto in possesso di un album di figurine della Panini su Star Trek (serie classica), che mi pare in Italia non fu mai pubblicato.






Ed ora la pubblicazione affronta uno dei punti forti della Panini: la possibilità di farsi mandare a casa, previo pagamento in francobolli del corrispettivo dovuto, le figurine che non si riusciva a trovare.
Lo scopo era duplice, non frustrare il bambino in ricerche infinite, il che avrebbe potuto causare il suo disaffezionamento. Ed in secondo luogo tranquillizzare i genitori che iniziata una raccolta non avrebbero speso cifre esorbitanti per concluderla. Uno degli ostacoli iniziali all'espansione delle figurine come gioco per tutti i bambini era proprio la sfiducia dei genitori (memori di esperienze simili patite in gioventù) sulle possibilità che il proprio figlio sarebbe mai riuscito a concludere un album.
A questo punto entrava in scena quello che pomposamente oggi verrebbe chiamato il "customer service" post vendita, cioè le signorine che ti mandavano le figurine per posta.




Originariamente le figurine aveva uno scopo promozionale di prodotti vari, la Panini trasformò questo scopo primario in assai secondario.





Da bambino non ho mai seguito la pallavolo, anche perchè in tv non era mai trasmessa, ma la squadra di pallavolo della Panini Modena mi è sempre stata simpatica, chissà come mai.





Fine.



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