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venerdì 29 settembre 2017

"Robots" - Starlog photo guidebook (1979)



Le pubblicazione della "Starlog" sarebbero stupende se in italiano, ma dato che sono in inglese stretto, con cui ho scarsa dimestichezza, mi tocca masticare amaro e limitarmi ad intuirle   ^_^
Pubblicate ai tempi credo che sarebbero state un bel successo, e dimostra quanto le case editrici italiane siano state sovente arretrate rispetto a Stati Uniti e Giappone.
La prima rivista che ho recensito è stata quella sugli eroi della Scienze Fiction:
"Science Fiction Heroes" - Starlog photo guidebook (1980)

Ora tocca ai robots nei film e telefilm fino al 1979, in pratica sono citati solo i robots presenti in tali produzioni. Mi ha sorpreso notare che telefilm che hanno fatto la storia della fantascienza, in realtà ospitarono ben pochi robots, come Star Trek, che ne vede solo tre in tutte le sue puntate. Sono presenti presenti anche le schede ed immagini dei cartoni animati statunitensi, anime  e telefilm giapponesi, trasmessi negli Usa, ovviamente:
"I Pronipoti", "Astro Boy", "Gigantor" (Tetsujin 28), "Space Giants ("Ambassador Magma"), "Frankenstein Jr e gli Impossibili", la serie animata di Star Trek.
Curioso che sia stata inserito l'anime di "La battaglia dei pianeti" per la presenza dell'abusivissimo 7-Zark-7, la cui scheda non riporta che il personaggio (abusivo) non era presente nella serie originale giapponese.
C'è anche una scheda sul mitico "Get Smart" e ed una su Colombo.
Ho postato tutte le pagine finali con le serie tv degli anni 60 e 70, che sono quelle che in gran parte conosciamo anche noi.
La pubblicazione inizia cronologicamente con i film, il primo lungometraggio a presentare un robot fu "The clow and the automotion", del 1897!
Ne consiglio il reperimento ai fan della sci-fi ;)




giovedì 28 settembre 2017

Go Nagai Robot Collection 150 Chirara



Attenzione!!!!!!!!!!!!!!!!
La Go Nagai Robot Collection continua!!!!!!!!!
A differenza di quello che si può leggere sul web, la nostra amata GNRC non terminerà con questa 180esima uscita!!!
Io in particolare devo fare ammenda per le critiche mosse alla Fabri/Centauria, o a chi per loro, sull'assenza di alcuni personaggi essenziali, perché nel retro di questo numero è annunciata l'uscita di tutti modellini!!!
Grazie Fabbri/Centauria o chi per loro!!!

No, ok, penso di essere stato sgamato  ^_^
Ho voluto chiudere in simpantipatia  :]
Ragazzi, sono veramente euforico!!!
Era il lontano 4 novembre 2013, quasi 4(!) anni fa, quando comincia con tanto entusiasmo ed innocenza questa Go Nagai Robot Collection, e devo dire che, dopo 4 anni, mi ero un po' rotto i maroni... si, ok, alcune uscite sono state anche belle, nel totale è una collezione che può dare una certa soddisfazione, però 4 anni e 180 uscite sono veramente troppe... considerando che dovevano essere 60...
Vabbè, non voglio intristirmi con le solite lagnanze, perché oggi sono veramente euforico!!!  ^_^


Chirara è l'emblema di un criterio di scelta dei personaggi da pubblicare abbastanza insensato, e assai dispersivo. Infatti fa la sua apparizione al minuto 16 e 50 secondi della decima puntata, per essere distrutta da Jeeg ben 47 secondi dopo!!!
A questo punto aveva molto più senso pubblicare la "principessa delle nevi", che è un bel personaggio, e che da bambino mi colpì molto, un po' l'anticipazione di Takeru:
il buono obbligato dai cattivi a combattere i buoni.
Il cattivo, o la cattiva, verso cui puoi solo simpatizzare.
Chirara, pur di non essere schiava di Himika, si lascia distruggere da Jeeg, praticamente senza opporre resistenza, prima lo attacca, e poi gli si lancia contro facendosi annientare dal raggio protonico.
Jeeg ha vinto, ma alla fine abbiamo perso tutti.
Bella puntata, ma personaggio sbagliato da pubblicare. Magari potevano fare l'ultima uscita con due personaggi, Chirara + la principessa delle nevi.


Detto tutto ciò, per l'ultima volta, come si presenta il modellino?
Direi un 6, forse un 6-.
La posa è la medesima di quando la principessa delle nevi appare trasformata in Chirara, le sbavature di colore sono moderate, peccato che al mio pezzo abbiano fatto le pupille rosse sulle sopracciglia...


A questo punto, prima di mostrare le foto dell'ultimo modellino e la sinossi per immagini della puntata, vorrei sollevare la questione di cosa sia in realtà la "principessa delle nevi".
Una principessa o un yuki-onna ("donna delle nevi"), cioè uno yokai?
Sia chiaro, non affermo che le info del fascicolino-ino-ino e l'adattamento della puntata siano sbagliati, è solo un mio dubbio. 
Nel fascicolino-ino-ino-ino è ribadito quello che possiamo apprendere dai dialoghi e dal titolo italiano della puntata, che essa sia la "Principessa delle nevi", con tanto di nome in giapponese:
"Yuki no Ohimesama".
Allora mi sono andato a cercare il titolo originale di questa decima puntata, direttamente da Wikipedia jappo, e risulta essere:
絵本から消えた雪女!!

martedì 26 settembre 2017

"Bambini e tv: che male c'è?" - 5 articoli sui bambini e la tv, tra cui "Una nonna elettronica e tanti mini robot" di Luigi Malerba - "Corriere della Sera Illustrato" 17 maggio 1980



Prima dei cartoni animati giapponesi, e più dei cartoni animati giapponesi, quello che terrorizzava molti esponenti della cultura e giornalisti, era la televisione, e per come sono finite le vicende della politica italiana, non è che avessero poi tutto questo gran torto...
Gli anime furono solo, per alcuni di loro, forse la maggioranza, la conferma che questo mezzo mediatico fosse potenzialmente negativo. In primis verso i bambini, che venivano inondati di programmi violenti e ripetitivi, dal loro punto di vista.
Il 17 maggio 1980, quindi nel pieno della guerra mossa dai "600 genitori di Imola" agli anime, "Il Corriere della Sera Illustrato", dedicò un ampio servizio, il primo di quella settimana, proprio alle polemiche sui danni provocati ai bambini dalla televisione e dai suoi programmi.
Sono presenti ben 5 articoli, due più approfonditi, quelli di Antonio Debenedetti ("Figlio, non guardare: c'è il mio inconscio in tv") e Giulio Benedetti ("Vada a ripetizione cara telemaestra"). Gli altri tre più corti, Alberto Moravia ("Video ma non vedo"), Goffredo Parise ("La scelta è questa: testa o pollice?") e Luigi Malerba ("Una nonna elettronica e tanti mini robot").
L'unico che parla espressamente di cartoni animati giapponesi è l'articolo di Luigi Malerba, che infatti inserisco per primo, e non lo fa negativamente, anzi. Fondamentalmente equipara gli anime a favole moderne, e se la prende con Fonzie, assolvendo Goldrake.
Anche gli altri quattro articoli non sono pregiudizialmente contrari alla televisione, gli autori fanno delle loro considerazioni, in gran parte condivisibili, tranne quando si paventava il rischio che noi bambini perdessimo in creatività e fantasia.
In totale un "processo" alla tv, come si può leggere nel sommario, che alla fine mi pare la assolva in gran parte.


Sarà che a me Fonzie non è mai piaciuto, ma trovo facile concordare sul fatto che un tal personaggio "reale" potesse influenzare negativamente, sul breve periodo, i comportamenti dei bambini molto di più di un cartone animato su robot ed alieni. Mentre sul lungo termine, a mio avviso, Goldrake e soci hanno trasmesso più valori positivi di Fonzie e soci.
Seguono gli altri quattro articoli.

domenica 24 settembre 2017

世界玩具大図鑑 "Giocattolo del mondo grande libro dell'immagine" - 25 novembre 1982



La seguente pubblicazione mi è stata recuperata in Giappone da amici (Marco e Cinzia), mi sono scervellato molto per cercare di capire cosa fosse, come inquadrarla...
Un normale catalogo di giocattoli?
Non credo, perché all'interno ci sono foto di alta qualità, che paiono di una mostra specifica sul giocattolo.
Allora un catalogo di una mostra sul giocattolo antico?
Neppure, perché ci sono sia articoli di commento sui giocattoli, che foto di giocattoli del 1982.
Potrebbe essere una rivista settimanale o mensile specialistico sui giocattoli?
Non penso, perché non ho trovato nessun altro numero di una testata con il medesimo titolo giapponese:
世界玩具大図鑑

Titolo che io, grazie al traduttore di Google, ho riportato letteralmente come "Giocattolo del mondo grande libro dell'immagine".
Quindi non ho capito che genere di pubblicazione sia, probabilmente il Giappone, in campo editoriale (e non solo), si discosta molto dalla consuetudine italiana.
Ho trovato delle info su questa rivista solo su un blog giapponese (in giapponese...). in cui se ne parla in collegamento con gli Zoids, infatti uno degli articoli è sui giocattoli "Mekonikonica"(?), che fu la linea di giocattoli antecedente gli Zoids (in base a quello che ho letto su questo blog):
http://zignition.blog3.fc2.com/blog-date-20111022.html

Mi restano 168 pagine, di cui una 50ntina scritte, ed un altro centinaio con un sacco di stupende immagini. Le scan che riporto sono solo 45, comprese alcune degli articoli scritti, a beneficio di chi può capirci qualcosa.
A mio avviso il presente catalogo/rivista/quellocheè, dovrebbe essere messo a confronto con altre due pubblicazioni della fine degli anni 60 e primi anni 70, perché tutte assieme confermano la mia idea che i bambini giapponesi disponessero di giocattoli tecnologicamente molto più avanzati dei coetanei italiani:
Children's Advertising in the Showa Era 1965/1969 - Pubblicità di giocattoli (ed altro)
Children's Advertising in the Showa Era 2 1970/1974 - Pubblicità di giocattoli (ed altro)

Un articolo ipotizzo che sia dedicato ad alcuni costruttori di giocattoli, un altro verte sui giocattoli educativi per bambini piccoli, uno finale sui collezionisti. Non mancano le pubblicità, dove si possono vedere alcune chicche, e ci sono pure le pubblicità di enormi negozi di giocattoli, che noi qui ce li sognavamo...


Qui sopra l'indice, sempre a beneficio di chi lo sa leggere  :]


Una delle pagine pubblicitarie (credo) era della Philips, che pubblicizzava il suo "Odyssey2", che da noi si chiamava "Videopac Philips", mi sfugge il perché del "2" dopo il nome.

giovedì 21 settembre 2017

Culti, sette e profeti (volume 11) - collana "Il mondo dell'occulto"




TITOLO: Culti, sette e profeti (volume 11) - collana "Il mondo dell'occulto"
AUTORE: Angus Hall
CASA EDITRICE: Rizzoli
PAGINE: 144
COSTO: 8€ (variabile)
ANNO: 1976
FORMATO: 26 cm X 21 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet 
CODICE ISBN:


Di tutti questi libri della collana "Il mondo dell'occulto", piena di inquietanti tanto inesistenti poteri magici, extrasensoriali, extraterrestri, malefici, paranormali, astrologici mitici e mitologici, e chi ne ha più ne metta, forse questo è il numero maggiormente (realmente) inquietante.
Purtroppo alcuni di questi culti, sette e profeti hanno generato odio, morti, danni materiali ed economici, ingiustizie sociali ed umane. Altri si son limitati solo ad arricchire il suo inventore, taluni hanno modifcato la storia di numerosi paesi, basti pensare alla massoneria, per esempio in Italia...
Poi ci sono le invenzioni assurde, tipo il "dinamizzatore del Dottor Abrams" (Wikipedia), che mi chiedo che fine abbia fatto. Oppure le teorie comiche, come quella di tal Alfred Lawson, secondo cui nel nostro cervello esisterebbero delle minuscole creature chiamate Menorg e Disorg...
In fondo, però, questa collana anticipava di decenni le bufale del web e delle trasmissioni pseudo scientifiche, quindi non è che potessero andare tropo per il sottile nella scelta dell'argomento, altrimenti non l'avrebbero neppure stampato  ^_^
Comunque è sempre interessante rendersi conto quante stronzate, scusate il latinismo, l'essere umano è in grado di generare, e poi dimenticarsene, per passare ad altre, di solito sempre più dannose e ridicole, ma di questo ce ne si accorge decenni dopo.
Chissà cosa si potrebbe leggere in nuova collana "Il mondo delll'occulto dagli anni 80 in poi", visto che questa si ferma al 1976, tremo solo all'idea...



 I numeri recensiti fino ad oggi:

Culti, sette e profeti
I sogni e i loro messaggi
Realtà inesplicabili
Il fascino dell’alchimia
Stregoneria e magia
Al di là del tempo e dello spazio

lunedì 18 settembre 2017

"Arrivano i Superboys" ("Soccer Boy") - ("Akakichi No Eleven" - "Gli undici rosso sangue" 1970) - puntate 5 e 6



Essendo in pieno clima d'inizio campionato e Coppa Campioni, non mi sta pesando per nulla guardare "Arrivano i Superboys", nonostante che sovente i dialoghi soffrano di una approssimazione molto superiore alla media delle serie del periodo... tanto che talvolta non ha praticamente senso riportare i fatti accaduti, visto che non si capisce il senso di ciò che si sta vedendo. Ergo in alcuni casi mi limiterò a scrivere "dialoghi a caso", omettendo le immagini relative.
La quinta puntata è abbastanza condizionata da questo scarsissimo rispetto dei dialoghi originali, fin dall'inizio... infatti l'onnipresente e potente signor Aota, segretario dell'influente PTA (ovvero l'Associazione Genitori ed insegnanti - Parental Teachers Association), intima al preside di sciogliere entrambe le formazioni di calcio, ma poi il preside convocherà Shingo per chiedergli il favore(!) di sciogliere solo la sua squadra e far confluire alcune suoi compagni nella formazione ufficiale. E Tamai, quando racconterà l'accaduto ai genitori, cambierà ancora un po' la versione, cioè che il preside gli ha chiesto di sciogliere la sua squadra perché due rappresentative sono troppe...
Chiaro che un undicenne magari non ci fa tanto caso a questi dialoghi buttati lì a caso, un 48enne li nota  :]


Shingo, Ohira e gli altri 9 avevano vinto lo sfidone con la prima squadra, in assenza di Matsuki e senza il suo consenso, che gli aveva proibito di giocare quella partita. Quindi la prima parte della puntata verte su quale dovrà essere la squadra ufficiale della scuola, coi problemi inerenti i dialoghi a cui accennavo sopra.



Il signor Aota, padre di Hikaru pretende che entrambe le squadre vengano sciolte, perché? Mistero...
Seguono dialoghi di senso incompiuto

sabato 16 settembre 2017

Catalogo Subbuteo World 1980


Mentre ho recuperato (o avevo da bambino) cataloghi del Subbuteo in italiano per le annate 1978 - 1979 - 1981 - 1982/83, non sono riuscito a trovarne uno del 1980. Ipotizzo che non sia mai stato pubblicato, ergo mi sono indirizzato sulla versione anglosassone, che poi era la stessa a livello di immagini.
Balza all'occhio la differenza con quelli italiani per la quasi totale assenza di scritto. Nei cataloghi linkati sopra ci sono info sulle leghe di Subbuteo, sui tornei, sulle regole e consigli vari, in questo in inglese non c'è scritto praticamente nulla, tranne un articolo sul mio mito giovanile:
Andrea Piccaluga!!!

Se gli adulti inglesi disprezzavano l'Italia perché al governo avevamo gli Andreotti, i Craxi, i Cirino Pomicino etc etc etc... i bambini inglesi ci rispettavano perché noi avevamo Andrea Piccaluga!!!


I ragazzini britannici scoprivano da questo articolino che Andrea nel 1980 non viveva più in Italia, ma a Messico City.
Inoltre era considerato un ambasciatore di sport, in qualità di campione italiano e mondiale, e nel suo tour in Inghilterra e Scozia aveva dimostrato a tutti le sue abilità.
In queste 3 settimane giocò oltre 400 incontri(!!!), incassando SOLO 4 gol e segnandone più di 2000!!!!!!!
Un Dio in terra!!!
Chissà quanto rimase deluso dal non poter partecipare al titolo per la categoria Senior, visto che viveva in quel momento in Messico, anche se, secondo me, in Messico ce lo spedirono quelli del Subbuteo, tanto avrebbe vinto Andrea a mani basse, anzi, ad indici bassi!!!

giovedì 14 settembre 2017

Go Nagai Robot Collection 149 Gura Gura


Siamo alla 179esima uscita totale globale, penultima totale globale, quasi finito totale globale!
Arrivo in edicola e mi viene detto che c'è una bella sorpresa per me, io pensavo che l'edicolante si riferisse all'arrivo del numero 149, invece alludeva all'integrità del summenzionato 149   >_<


Si può notare che il braccio sinistro è spezzato all'attaccatura della spalla.
Ergo mi trovavo di fronte a queste possibilità:
Portarmi a casa un pezzo fallato e riattaccarmi il braccio con la colla, venendo meno a tutte le regole di buon senso del bravo consumatore, che vietano di comprare un prodotto palesemente guasto/rotto.
Ma questo avrebbe implicato il dover procrastinare di un numero indefinito di settimane l'ultimazione definitiva della GNRC in attesa del pezzo sostitutivo, col rischio che anche il modellino sostitutivo fosse anch'esso rotto (fatto capitato a più persone).
Attaccarmelo con la colla e porre fine il 28 settembre a questo supplizio di Nagai Tantalo Go.

Per cosa avrò optato?


Giuuuuusto!
Mi sono portato a casa Gura Gura col braccio sinistro spezzato ed amen... l'idea di non finire la GNRC il 28 settembre non è minimamente contemplata   ^_^
Tra l'altro, ad onor del vero, di pezzi rotti ne ho trovati veramente pochi rispetto ad altri seguaci della GNRC, solo un paio, forse tre.
Ah!
Dimenticavo!!!
"Fantastici modellini perfetti in ogni dettaglio!!!"

Gura Gura con il braccio sinistro incollato dalle solite penultime svariate posizioni :]

martedì 12 settembre 2017

Giappone spicciolo



TITOLO: Giappone spicciolo  
AUTORE: Vittorio M. Mangili  
CASA EDITRICE: Edizioni Vitalità
PAGINE: 184
COSTO: 1 €
ANNO: 1964
FORMATO: 25 cm x 18 cm 
REPERIBILITA': sul web 
 
CODICE ISBN:

Ho comprato questo diario di viaggio del 1964 perché ero curioso di verificare se vi fossero citati, manga o anime, oppure si riportassero alcune problematiche della società giapponese, tipo il bullismo nelle scuole, oppure i primi casi di hikikomori.
Purtroppo non vi ho trovato nulla di ciò, mentre si parla della piaga dei suicidi, e di altre problematiche sociali. Se lo trovaste ad un prezzo basso, ne consiglio l'acquisto.
Il titolo del libro corrisponde bene al suo contenuto, è veramente “spicciolo”, nel senso che sono presenti 102 voci numerate, dall'1 al 102, in cui Vittorio Mangili racconta ciò che ha scoperto in Giappone. Non esiste neppure un indice, e le singole voci sono quasi sempre abbastanza corte. L'autore era un inviato Rai, che pensò di trarre questo libro dal suo viaggio per motivi di lavoro. Incredibilmente non è mai specificato in quale periodo l'autore soggiornò in Giappone, è comunque chiaro che il viaggio venne effettuato prima delle olimpiadi di Tokyo del 1964, e lo scopo finale era proprio quello di illustrare al lettore le curiosità di questo misterioso paese in vista dell'avvenimento sportivo.
Per quanto le informazioni siano ovviamente datate, e considerando che l'autore non aveva nessuna conoscenza pregressa del Giappone come storia e società, lo scritto mantiene un minimo di interesse perché riporta una fotografia del periodo (di cui non conosciamo la data esatta...), che si potrà raffrontare con l'attualità.
E' pressoché impossibile farne una recensione, in quanto in una singola voce, possono anche essere trattati più argomenti, in pratica il caos totale.
Gli argomenti variano in tutto lo scibile nipponico, dall'usanza del biglietto da visita alla prostituzione, dalle vie senza numero civico agli Ainu.
Inserisco alcune scan degli argomenti trattati, per esempio il suicidio, ma ce ne sarebbero un sacco da postare.


domenica 10 settembre 2017

Yamato, mensile italo giapponese - Giugno 1942


L'unico difetto di queste riviste è che sono impaginate senza pensare che qualcuno, 75 anni dopo, le avrebbe scannerizzate... certo, avendo un scannerizzatore più grande del formato A4 non ci sarebbero problemi, ma dato che non è questo il mio caso, ho dovuto cercare di ottimizzare il numero delle scansioni rispetto alla grandezza della rivista.
Spero di esserci riuscito, perché anche questo numero è di notevole interesse, sempre cercando di leggere gli articoli scremandone i contenuti patriottico-nazionalistici, che sovente risaltano fin ridicoli.
Gli articoli spaziano dall'analisi politico-economica sulle prospettive espansionistiche del Giappone, alla faccia di chi tende sempre a dipingere i giapponesi come un popolo esente da responsabilità belliche, all'analisi storica, fino a scritti inerenti la quotidianità di quel Giappone. Trovo che questi ultimi siano i più piacevoli da leggere, mancando della tristezza del fanatismo e della guerra.
In particolare in questo numero sono presenti un articolo sul "nengo", il nome delle ere, uno sui giardini ed i viali, uno sui tipici ombrellini nipponici (sia da pioggia che da sole).
Infine un articolo sul funerale fatto alle bambole, che metto in testa al post, benché sia l'ultimo della rivista.


Questo breve scritto, a mio avviso, non rivelò uno dei motivi della cerimonia funebre per le bambole, cioè il timore che la bambola gettata potesse divenire un yokai, uno spirito malefico. Probabilmente era un concetto troppo distante da un italiano cattolico del 1942.
Facendo qualche ricerca sul web ho scoperto che questi riti funebri per le bambole vengono svolti ancora oggi:
Ningyo kuyo Il funerale delle bambole

venerdì 8 settembre 2017

"Settimana TV, il settimanale della televisione" dal 16 al 22 aprile 1978 - "Gli Atlas, Ufo e Robot"



Tanto per variare un poco il materiale editoriale televisivo, posto una nuova testata, "Settimana TV", che sinceramente non ricordo minimamente di aver mai visto in edicola dalle mie parti.
Quindi, dopo parecchi Tv Sorrisi e Canzoni, qualche Telepiù, un Radiocorriere TV, un Onda TV  e un Telesette, apro il capitolo "Settimana TV".
Una caratteristica interessante della rivista era il largo spazio dedicato a sinossi parecchio affidabili di trasmissioni, film, telefilm e persino cartoni animati. Di tutte le testate che ho proposto, direi che "Settimana TV" era quella che faceva maggior uso di queste anticipazioni e sinossi.
Gli articoli su trasmissioni e personaggi televisivi non erano moltissimi, non ai livelli di "TV Sorrisi e Canzoni", anche perché le pagine di questa pubblicazione della "Alberto Peruzzi Editore" erano solo 44.
La programmazione delle tv locali era distribuita in maniera assai curiosa. Non per divisione a carattere regionale, come capitava con "TV Sorrisi e Canzoni, e neppure per zone geografiche dello stivale, come per Telesette. E' presente, invece, una panoramica divisa per città, con maggior attenzione per quelle lombarde, con un focus su "Milano TV", che diverrà di lì a poco tra le mie preferite, visto la preponderanza di cartoni animati giapponesi che trasmetteva.
Le prime due pagine dei palinsesti televisivi erano ovviamente dedicate alle due reti Rai, poi c'era una pagina sulle "TV estere", cioè la sempre rimpianta "TV Svizzera" (solo chi la seguiva potrà capire quanto abbiamo perso non potendola più vedere...), "RTV Capodistria" (che faceva abbastanza comunsiticamente cacare...) e "TMC Telemontecarlo" (la pre La7).
La quarta pagina era quella sulle "TV libere", quindi le altre non erano libere?   -_-




Il periodo è quello della terza settimana di programmazione di "Atlas Ufo Robot", quindi rientra appieno nei miei interessi inerenti i cartoni animati giapponesi ed il giornalismo. Come accennavo sopra le sinossi corrispondevano a ciò che si sarebbe potuto vedere nel cartone, lo si noterà nei riquadri su Heidi, non c'erano storie raccontante a caso o nomi errati. Purtroppo per Goldrake è presente un solo riquadro informativo, e non si occupa della trama, ma del successo del cartone.



Erano passate solo due misere settimane dal mitico 4 aprile, non eravamo nell'epoca dei social media e dei feedback immediati, eppure la rivista riporta le seguente frase:
"Continua ad avvincere i giovani la vicenda del vascello spaziale Atlas-Ufo-Robot atterrato sul pianeta Terra.".

Sono solo tre righe, ma che ci permettono di capire che il successo fu immediato e clamoroso, anche se la gran parte dei giornalisti se ne accorgerà solo a dicembre.
Noto che si parla di "giovani", e non di "bambini", potrebbe voler dire che si aveva già prova che "Atlas Ufo Robot" era seguito anche dai ragazzi e dai giovani adulti?
Ho trovato, invece, assai divertente che ci si riferisca al titolo del cartone come se "Atlas", "Ufo" e "Robot" fossero tre entità differenti, tipo Edda, Trangu e Legga in "Ufo Diapolon":
"Gli atlas, ufo e robot"    ^_^

A dimostrazione che Goldrake era ancora un oggetto assai misterioso per gli adulti che ne dovevano scrivere su giornali e riviste.

giovedì 7 settembre 2017

Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 30 Damdam L2



Edicolante
"Sono quasi 5 etti di Go Nagai Robot Collection Speciale, che faccio, lascio?"

Malcapitato
"Ma ci sono le sbavature di colore?"

Edicolante
"Sbavatissimo!"

Malcapitato
"Ma il modellino è perfetto in ogni dettaglio?"

Edicolante
Perfettissimo in ogni dettagliassimo, comprese le punte acuminate deformate sulle ruote!"

Malcapitato
"E il fasciolino-ino-ino-ino, è tutto stropicciato?"

Edicolante
"Guardi, pare quasi che lo abbia imbustato la Fabbri/Centauria, non so se mi spiego..."

Malcapitato
"Allora lo compro! 
Capisca la mia pignoleria nelle domande, ma avevo temuto che questa uscita fosse ineccepibile, e dopo 178 uscite, a solo altre 2 dalla fine, mi avrebbe rovinato il record!"

Conversazione inventata?
Mistero... comunque contiene tutte verità.
L'ultimo speciale della GNRC è probabilmente il più massiccio di tutti, ben 480 grammi!
Le sbavature di colore sono così madornali che manco mi sono arrabbiato  :]
Il fascicolino pare piegato da un aspirante origamista.
Infine alcune punte delle ruote sono schifosamente deformate...
Potrò mai essere dispiaciuto perché la GNRC sta per finire?!  ^______^


"Questa è l'ultima uscita speciale della collana Go Nagai Robot Collection"
"Questa è l'ultima uscita speciale della collana Go Nagai Robot Collection"
"Questa è l'ultima uscita speciale della collana Go Nagai Robot Collection"
"Questa è l'ultima uscita speciale della collana Go Nagai Robot Collection"
"Questa è l'ultima uscita speciale della collana Go Nagai Robot Collection"
"Questa è l'ultima uscita speciale della collana Go Nagai Robot Collection"

Il mio nuovo mantra!   :]
E comunque non ho bisogno di ulteriori informazioni, mi basta, avanza e rassicura questa!  ^_^



Dopo aver visto la puntata in questione ero curioso di scoprire se il modellino avrebbe avuto le punte sulle ruote oppure no, infatti la prima versione del mostro meccanico non le prevede, poi, dopo una riparazione, vengono aggiunte.
Temevo non le mettessero, tanto per risparmiare, ma per fortuna, invece, hanno scelto di pubblicare il modellino post modifica del Barone Ashura, anche se, visto come le hanno fatte, tanto valeva montargli i pneumatici non chiodati...   >_<
Devo dire che il mostro meccanico ha un mecha abbastanza orrendo, però affascinante. Ho notato che capita sovente in Mazinga Z, il Dottor Inferno non brillava molto come designer...

martedì 5 settembre 2017

"Arrivano i Superboys" ("Soccer Boy") - ("Akakichi No Eleven" - "Gli undici rosso sangue" 1970) - puntate 3 e 4




Prima serie animata sul calcio, ma nelle prime due puntate non s'è vista manco una partita, e ben pochi calci al pallone, però bisognava introdurre la storia ed i personaggi, e che personaggi!!!
A dire il vero neanche nella terza puntata si vede del calcio giocato, e nella quarta, dove finalmente potremo ammirare la prima partita, ciò che vediamo è tutto fuorché calcio  ^_^
No, perché neppure in cortile utilizzavamo gli schemi tattici di Shingo e soci... almeno avevamo la decenza di dividerci in difensori e non difensori, dato che tutti quelli che non erano difensori, di norma, erano liberi di attaccare, cosa che portava ad aver dei centrocampo abbastanza inconsistenti :]
Mentre l'idea di calcio degli animatori della serie, che come ho riportato nel post linkato sopra non avevamo la ben che minima idea di cosa fosse questo sport, pare fosse "tutti dietro il pallone, poi palla al veneziano di turno che fa gol!". Che poi era una delle tattiche preferite nel mio cortile... forse per questo "Arrivano i Superboys" ebbe tanto successo tra noi aspiranti Shingo Tamai  ^_^
Non starò qui a spiegare che gli anime a tematica sportiva (spokon) degli anni 60/70 si basavano sul sacrificio totale e la sofferenza durante gli allenamenti per migliorare se stessi e raggiungere i più alti traguardi sportivi, diciamo un po' come l'Inter   ^__^  (questa ci stava!).
Quindi non mi addentrerò in una qualsivoglia analisi del genere, perché ci sono parecchi saggi sull'animazione (link) che possono farlo meglio di me.
Queste recensioni per immagini della serie vogliono solo illustrare la fantasia degli sceneggiatori, i lati involontariamente esilaranti delle scene ed, infine, sottolineare, oltre ogni ragionevole dubbio, che "Holly e Benji" è una serie da quattro soldi rispetto a quella di Shingo Tamai!!!
Noi tutti vorremmo essere stati Shingo Tamai, molto più che Actarus, Tetsuya Tsurugi o Hiroshi Shiba, ma, soprattutto, Shingo Tamai sarebbe finito al PSG per 700 milioni di euro, al mese!!!


Avevamo lasciato Shingo umiliato da Matsuki, col ragazzo che meditava vendetta tremenda vendetta.
E la vendetta la vuole raggiungere mettendo assieme una seconda squadra di calcio che sfidi e batta quella ufficiale della scuola.
Ma intanto Matsuki sta continuando i suoi allenamenti, che ricordano l'addestramento del sergente maggiore Hartman... se qualcuno si lagna per un esercizio, più esercizi per tutti!!!


Saltare inginocchiati con le braccia dietro la schiena, era un classico degli anni
70 ed 80, probabilmente oggi non è più utilizzato a livello professionistico.

lunedì 4 settembre 2017

Dentro il Giappone, scuola, formazione professionale. Lavoro



TITOLO: Dentro il Giappone, scuola, formazione professionale. Lavoro
AUTORE: di Ronald P. Dore e Mari Sako
CASA EDITRICE: Armando Editore
PAGINE: 223
COSTO: 29000 £
ANNO: 1994
FORMATO: 21 cm x 13 cm
REPERBILITA': di difficile reperimento
CODICE ISBN: 9788871443867

Il sistema educativo giapponese, specialmente dagli anni 90 ad oggi, ha subito parecchie critiche per il suo carattere nozionistico, e per la poca creatività ed individualità che stimola negli studenti nipponici. A cui vanno aggiunte le critiche al sistema di punteggio hensachi. Senza contare i suicidi per gli esami falliti o per l'imperante bullismo scolastico. Gli anni 90 sono stati, però, il decennio della deflazione (“il decennio perduto”), quindi tutto il sistema giapponese subì pesanti critiche.
Come, invece, era visto il medesimo sistema educativo dopo 10 anni di grandi successi economici come 1980?
Perché si sa che gli esperti sono molto bravi a spiegarci il perché di un fenomeno quando questo è già capitato, è raro che riescano a anticipare una qualsiasi crisi valutando le storture in essere (mia opinione).
Il presente saggio è stato tradotto in Italia nel 1994, ma risale al 1989, quindi i dati economici, i dati statistici sulle ore di lezione e sul numero di studenti ed istituti analizzati è ormai inutile, ma resta, a mio avviso, interessante la fotografia del sistema educativo giapponese.
Uno dei difetti di base del saggio, per un lettore italiano, è che gli autori fanno riferimenti alle diversità tra il sistema educativo giapponese e quello anglosassone (Inghilterra ed Usa), quindi se non si conosce il secondo, i paragoni saranno poco esplicativi. Inoltre gran parte dei termini giapponesi (non tutti) è stato tradotto in inglese, ergo manca un qualche raffronto con i termini scolastici giapponesi moderni.
La cosa interessante che ho capito è che in generale la scuola giapponese predispone per una istruzione di “cultura generale”, perché le aziende prediligono questa formazione, in quanto saranno poi loro a formare il neo assunto specificatamente. Anche in ingegneria ci sono molti più corsi di “cultura generale”, perché le aziende (grandi) non vogliono “specialisti” (vedere tabelle del terzo capitolo).
Per esempio in epoca Tokugawa la scala dell'ordine sociale era “shi-no-ko-sho”, cioè prima venivano i samurai, poi gli agricoltori, l'artigiano ed infine il commerciante. Per la scuola la scala di importanza è diventata “fu-sho-ko-no”, prima le scuole di cultura generale, commercio, industria, agricoltura.
La concorrenza è forte tra gli studenti, ma lo è altrettanto tra gli istituti scolastici, se il prestigio della scuola cala, gli studenti che faranno richiesta di ingresso avranno un hensachi più basso, che porterà ad un ulteriore calo del prestigio scolastico e via discorrendo.
Si legge spesso che entrare in una università giapponese prestigiosa sia arduo, ma una volta ammessi i quattro anni di studio sono relativamente poco impegnativi. In parte questo è dovuto al fatto che gli studenti sanno che ormai l'azienda che li assumerà non guarderà più agli esami dati, ma al solo fatto di essere in quella università. Inoltre il basso numero di bocciature universitarie (il 20/25% nel 1989) è dato dall'omogeneo alto livello di istruzione degli studenti in ingresso. In pratica se passi l'esame d'ingresso avrai pochi problemi a laurearti.

Capitolo 1

domenica 3 settembre 2017

Breve audio di una trasmissione (televisiva?) su Goldrake - 1979(?)



Come avevo già scritto in un post precedente (link) ho del tutto fortuitamente recuperato un paio di registrazioni audio su magnetofono riguardanti i robottoni.
Il primo è lo spot di Jeeg trasmesso da Milano TV nel maggio/giugno 1979 del link sopra.
Il secondo è uno stralcio di solo, purtroppo, tre minuti di una trasmissione che non mi è assolutamente possibile identificare.
Molto probabilmente una trasmissione Rai, in quanto erano gli unici ad avere in mano video e audio di Goldrake, oltre all'interesse per parlarne.
Quasi sicuramente una trasmissione televisiva, non radio, perché si sentono in sottofondo le voci e le sigle del cartone. Non posso esserne certo, ma dato che la radio da bambino non la ascoltavo molto, è più facile che fosse un programma televisivo della Rai.
Per quanto riguarda la datazione non ci sono certezze, ma visto che in questi tre minuti si parla solo di Goldrake, e non si sente nessuna citazione di altri robottoni o anime di altro genere, ritengo che fosse stata messa in onda prima dell'arrivo del Grande Mazinga, Jeeg e Danguard. Le tre serie robotiche arrivate dopo Goldrake, ma prima di tutte le altre.
Quindi direi nel periodo della seconda tranche delle puntate di Goldrake, alla fine del 1978 o nelle prime settimane del 1979.
Non credo che sia una trasmissione andata in onda nel aprile del 1978, cioè per prima parte di Goldrake, in quanto il successo di "Atlas Ufo Robot" non era ancora finito nelle cronache giornalistiche.
Poi, dato che si parla dei costumi di Carnevale, è probabile che ci riferisca al Carnevale 1979.
C'è da dire che essendo solo tre i minuti in mio possesso, non è da escludere che altri robottoni siano citati in altri punti della trasmissione.
Purtroppo l'audio è un po' rovinato, son passati quasi 40 anni... ho dovuto effettuare alcuni brevissimi tagli all'inizio del file. Comunque sono riuscito a trascrivere l'audio riascoltandolo millemila volte il file, perciò il contenuto è quasi del tutto comprensibile.
Un altro problema è dato dalla voce del giornalista, che non legge una traccia scritta, ma parla a braccio (unico motivo per il quale potrebbe essere una trasmissione radio), ergo non è sempre molto chiaro ciò che dice. Tende a ripetersi, ad inserire vari "appunto" e "poi", si impappina più di una volta. In pratica il giornalista non mi ha reso l'ascolto molto agevole... se qualcuno capisse il senso di qualche parola che mi è sfuggita, me lo scriva pure nei commenti  ;)
L'altro disturbo audio è causato dal me stesso di 39 anni fa, che pare avesse la tendenza a scatenarsi come un ossesso quando vedeva Goldrake in tv...   ^_^
Quindi ad un certo punto si sente la mia voce di bambino gridare cose a caso... come penso facessero in molti ai tempi   >_<
Ho ritenuto, però, che il valore di testimonianza della registrazione fosse incommensurabilmente più importante del rumore della mia voce, ergo non ho tagliato le parti con me me stesso medesimo che grido, per quanto ridicile possano essere oggi  :]
Ho scritto fin troppe volte quanto "Atlas Ufo Robot" rivoluzionò l'immaginario di noi bambini, le abitudini ludiche, il linguaggio, le letture, il rapporto con la scienza e la fantascienza. E questo breve audio non fa altro che confermare questo terremoto "mediatico", come diremmo oggi.
Un giornalista, probabilmente della Rai, analizzava il nascente fenomeno "Goldrake", ma senza mai demonizzarlo, almeno i questi soli tre minuti.
Anche il giornalista si accorge che le puntate non erano tutte uguali, seguivano un canovaccio, ma  "i contenuti di una trasmissione non sono quelli dell'altra".
Perché tanti altri suoi colleghi avrebbero insistito per mesi ed anni nel dire che tutte le puntate erano uguali? Forse solo perché non ne guardarono mai due di seguito...
Il giornalista cerca di spiegare il meccanismo narrativo della serie, il suo valore educativo (per un bambino), i motivi che ci spingevano a seguirlo fedelmente tutti i giorni. E che chi non lo seguiva era considerato uno/a sfigato/a  ^_^
Ma si scopre anche che un cartone sui robot spingeva tanti bambini a porsi domande più importanti, addirittura sulla religione (non era il mio caso...).
Un vero peccato che si siano salvato solo questi tre minuti... ma piuttosto che niente.. è meglio piuttosto   :]
Di seguito il testo che sono riuscito a trascrivere, comprensivo dei piccoli tagli iniziali. Quindi nei primi secondi ci si potrebbe trovare un po' spiazzati leggendo il testo ed ascoltando l'audio.