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sabato 9 dicembre 2017

Manga Academica vol. 10, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese



TITOLO: Manga Academica vol. 10, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 301
COSTO: 14,50€
ANNO: 2017
FORMATO: 21 cm x 15 cm

REPERIBILITA': sito della casa editrice
CODICE ISBN: 9788896133323


Purtroppo, non essendomi recato a Lucca quest'anno, ed essendo stato tradito da ibs, che non ha reperito l'ordine facendomi perdere circa un mese, recensisco solo oggi il decimo Manga Academica. Un numero veramente decennale, di ben 300 pagine, con i contributi di 16 esperti del settore, quasi tutti autori di saggi recensiti qui sul blog.
L'unica pecca del libro è, a mio avviso, che, nonostante il numero di pagine più corposo di tutta la collana, 16 contributi hanno comportato che alcuni di questi sono eccessivamente corti. 
Forse sarebbe stato meno dispersivo avere un numero minore di partecipanti, con un maggior numero di pagine per contributo. Ma sono conscio che sto facendo forse una critica eccessiva :]

Prima di illustrare brevemente ogni contributo, mi corre l'obbligo di replicare, come ogni anno, i miei complimenti alla casa editrice che persevera, l'unica rimasta, a pubblicare con regolarità studi su anime e manga. Tutte le altre case editrici si sono perse per strada...



Dieci anni di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
Gianluca Di Fratta analizza la produzione saggistica su anime e manga degli ultimi 20 anni, cercando di spiegare pregi e difetti di queste pubblicazioni. A grandi linee dire, sperando che l'autore non si offenda, più o meno quello che faccio qui sul blog, ma scritto in maniera molto più erudita, e guardando all'insieme degli scritti. Aggiungerei che concordo grandemente con le considerazioni di Di Fratta, sarei solo stato un po' più fustigatore dei libri o collane scarse, ma probabilmente questo non era l'intento del contributo. Ho anche scoperto un paio di titoli che cercherò di recuperare immantinente.

Dietro la maschera. Significati politici, religiosi e sociali in L’Uomo Tigre il campione
Fabio Bartoli analizza i significati politici, religiosi e sociali nella serie tv de "L'Uomo Tigre". Io la serie la vidi ai tempi poi non più, quindi ricordo solo in parte le puntate e gli accadimenti a cui fa riferimento l'autore, ma l'analisi è molto puntuale e precisa, dando uno spaccato realistico della società giapponese del post dopoguerra, che da bambini non potevamo certo notare.

Dall’autore al database. Per una svolta negli approcci italiani ai media pop giapponesi
Una delle tematiche cardine del contributo di Luca Paolo Bruno riguarda le “light novel” e le visual novel”, che mi sono totalmente ignote, ergo ho compreso il senso dello scritto, ma pur non comprendendo i particolari riportati. Quindi, se non ho cannato, i nuovi personaggi pop virtuali nipponici nascono attingendo ad un database di informazioni inerenti l'immaginario giapponese. Senza conoscere l'esistenza di questo database non ufficiale, e da cosa è formato, è arduo analizzare un prodotto o un personaggio virtuale nipponico.

Un salto nel tempo. O, come Hosoda divenne Hosoda. Intervista ragionata a YūichirōSaitō
Di sole sette pagine questo intervento di Francesco Filippi.

Tradizionalismo e nichilismo negli avversari dei super robot
Molto interessante l'analisi dei “cattivi” negli anime robotici dal 1972 al 1980 portata avanti da Jacopo Nacci. Per qualche strano motivo i cattivi degli anime sono scarsamente analizzati in saggistica, tranne qualche famosa eccezione. Purtroppo l'argomento avrebbe meritato più pagine, però lo avrei apprezzato maggiormente se fosse stato scritto in maniera più abbordabile... ok che i concetti complessi non saranno facili da spiegare, però non è che bisogna avere per forza tre lauree per leggere un approfondimento sui cartoni animati giapponesi :]

Brevi cenni sulla dimensione economico-industriale dell’animazione giapponese
Guido Tavassi indaga i metodi di finanziamento degli studi di animazione nipponici, una interessantissima disanima storico-economica, purtroppo un po' troppo breve.

La ricerca dell’assoluto. Violenza e trascendenza in Vagabond di Inoue Takehiko
Non ho mail letto “Vagabond” di Inoue Takehiko, ergo non mi esprimo sull'analisi di Marcello Ghilardi.

Africani e personaggi di colore nel fumetto e nell’animazione giapponesi tra stereotipi ed evoluzioni
Uno dei contributi più interessanti è questo di Massimo Soumaré su come vengono rappresentate le persone di colore in anime e manga. Lo scritto parte dai manga di Tezuka, in cui la rappresentazione era molto stereotipata, fin un pelino razzista, per arrivare fino ai giorni nostri. Nel totale viene messo assieme un esaustivo panorama della problematica.

Performare un’identità. Il travestitismo nella cultura pop giapponese
Nella prima parte del contributo di Gloria Carpita si introducono le dinamiche del gruppo in Giappone, che viene messo al primo posto rispetto all'individualismo occidentale. Si passa a spiegare come il takarazuka sia una forma di evasione dal ruolo femminile in Giappone. A parte i miei problemi personali con l'uso del “quadrato semiotico”, quello che non ho capito è come si possa considerare una protesta il teatro takarazuka, che nasce nel 1914, mentre a me parrebbe essere una semplice forma d'arte. Forse sbaglio nel paragone, ma sarebbe come considerare il gruppo teatrale lombardo dei “Legnanesi” una forma di protesta per come era trattata la donna lombarda nel dopoguerra. La terza parte del contributo riguarda la moda maschile con tendenza al travestitismo, come il “visula key” ed il neo dandy edwardiano, dove meglio si capisce il tentativo dell'uomo giapponese di fuggire dal ruolo del salaryman.

Funghi nella foresta animata. Le esplosioni atomiche nell’animazione giapponese
Perché la distruzione del mostro nemico degli anime robotici e fantascientifici era accompagnata dall'esplosione fungiforme? Marco Pellitteri, dopo aver fatto la stessa domanda a numerosi protagonisti di quella animazione robotica, e riportando una parte di quelle risposte, ce ne spiega le motivazioni palesi, occulte o meramente produttive.

Sunny. Assenza di basi, surrogati affettivi e sguardi mancati nelle realtà distorte del manga di TaiyōMatsumoto
Giorgio Mazzola illustra le tematiche sociali del manga“Sunny”, pubblicato nel 2010. Non conoscendo il manga non mi spingo oltre.

Spazi digitali e identità dislocate. Come l’animazione giapponese ha raccontato l’altra metà delle nostre vite
Giacomo Calorio analizza come l'animazione giapponese degli ultimi 20 anni abbia raccontato la nascita e l'evoluzione della società digitale in cui viviamo oggi. La tematica è molto interessante, per me è abbastanza ostica, perché faccio proprio fatica a capire certi concetti un po' aleatori. Non condiviso l'analisi secondo cui alcuni film dello “Studio Ghibli” (La città incantata, Il castello errante di Howl, Ponyo) sarebbero leggibili anche sul versante digitale. Talvolta bisognerebbe rassegnarsi a vedere nelle opere degli autori ciò che mostrano più chiaramente, e non quello che ci vorremmo vedere noi (mio punto di vista, sia chiaro). Concordo quando si analizza “Summer War” come film che tratta della società digitale, ma non Ponyo. Comunque sono analizzate numerose opere di animazione, e lo scritto resta interessante al netto delle mie elucubrazioni personali.

La morte batte i denti (c’è Mazinga). Eccesso e tra
sgressione nelle sigle italiane dei cartoni animati giapponesi degli anni Ottanta
Come scrivo spesso non ci sono abbastanza analisi sul fenomeno delle sigle dei cartoni animati giapponesi. Marco Maurizi, che per professione si occupa di filosofia della musica, cerca, tra i pochi, di colmare questa incredibile lacuna. Purtroppo il suo contributo avrebbe meritato molto più spazio. L'autore, oltre a mettere a confronto partiture simili tra loro di diverse sigle, analizza i testi. La cosa più valida dello scritto è che non viene portata avanti una agiografia delle sigle e dei suoi autori, ma una critica ragionata, comprensiva di eventuali considerazioni negativa, se necessarie.

Anime incomprese. Viaggio di sola andata nel cinema di animazione giapponese che nessuno vi ha ancora raccontato
Mario Rumor ci informa sui lungometraggi animati recenti e passati poco conosciuti dal grande pubblico. Dopo una carrellata di titoli attuali, che mi ha permesso di conoscere alcuni film che mi erano evidentemente sfuggiti, passa a quelli dei decenni passati. Alcuni di questi li avevo scoperti grazie ad altre pubblicazioni.

Il riarmo del Giappone e la rivincita pop
La politica estera mi ha sempre interessato, la politica estera ed interna giapponese pure, quindi il contributo di Cristiano Martorella l'ho trovato perfetto. Comunque lo scritto è leggibile anche da chi non conosce la materia, in quanto l'autore fa una esauriente introduzione su tutti i protagonisti della regione, e dei vari punti caldi di crisi tra le varie nazioni interessate. Il timore per le rivendicazioni territoriali cinesi, e quello per la potenziale aggressione nordcoreana, ha avuto riflessi anche in anime e manga.

Tommy e Rocky Joe. Il valore della dedizione e del sacrificio nella cultura giapponese moderna
Riccardo Rosati si concentra su due opere del genere spokon del mangaka Ikki Kajiwara, “Tommy la stella dei Giant” e “Rocky Joe”. Tra l'altro il mangaka fu l'autore anche del maga dei Superboys. Gli anime sportivi tratti dai manga di Ikki Kajiwara hanno appassionato tanti bambini degli anni 80, ma questo autore non è conosciuto come Nagai, Leji Matsumoto o Rumiko Takahashi. Riccardo Rosati cerca di correggere questa mancanza.

Per una politica degli autori animata?
Andrea Fontana si concentra sugli autori di anime.

L'indice.




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