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sabato 31 marzo 2018

Il gioco delle freccette: ovvero come massacrare dei poveri alberi innocenti... (anni 70 e primi anni 80)




Premettendo che a fare l'agiografia dei bei tempi che furono si rischia sempre di scadere nel ridicolo, oltre al fatto che ogni decennio ha i suoi lati positivi e negativi, è indubbio, però, che il periodo dalla metà anni 70 ai primi anni 80 fu un mix ludico abbastanza unico. C'erano giochi "vecchi", giochi da cortile, i primi videogiochi, l'affermarsi dei giochi di società, i giochi derivanti dai cartoni animati giapponesi o dai primi colossal di fantascienza etc etc etc
Potevi giocare coi soldatini Atlantic o il Big Jim, passare interi pomeriggi a sfide calcistiche con il Subbuteo, oppure assaporare il fascino delle primissime console e videogiochi portatili, ma poi bastava un (povero) albero e un dardo di plastica con la punta in ferro, per trasformare un pomeriggio in sfide mozzafiato.
Alcuni dei giochi sopra descritti erano indubbiamente costosi, molto costosi, però con 700 lire ti potevi portare a casa tre semplici freccette, gli alberi erano gratuitamente alla portata di tutti, ed il gioco era fatto, in tutti i sensi.
Oddio, gli alberi erano gratuiti, ma alcuni adulti non erano molto contenti che noi li si martoriasse in quel modo...
Non credo che le lagnanze fossero dovute ad uno spirito pre ambientalista, semplicemente alcuni "grandi" dovevano rompere i maroni a prescindere. Fine  ^_^
Già sapevi chi fossero:
il portinaio, l'ex vigile in pensione (baby pensione...) che ci bucava il pallone, la signora del primo piano del civico 1, quella del sesto piano del 7, il signore del primo piano del 5 che curava il giardino, il tipo che faceva il metronotte e durante il giorno voleva dormire, etc etc etc
Valli a capire sti grandi...




Questo sopra è uno di quei platani che da bambino avevamo massacrato con le freccette, le ferite si sono rimarginate, ma ai tempi erano strapieni di forellini, così tanti che poteva capitare che la punta non restasse infilzata, obbligandoti a ripetere il tiro... porca miseria...
Da bambino mi chiedevo perché alcuni adulti ci sgridassero solo perché colpivamo con una piccola punta un enorme albero, sti vecchi avevano sempre da rompere le scatole per qualcosa...
Se riempivamo il cortile di bussolotti di carta (distese di carta...), perché era il periodo della guerra con le cerbottane, si lamentavano...
Se colpivamo le finestre, le auto o qualsiasi altro bene privato con il pallone, si lamentavano...
Se giocavamo ai giochi in scatola sotto i balconi, nei pianerottoli delle scale oppure in mezzo a stradine pedonali (perché erano all'ombra), si lamentavano...
Se in 20 o 30 alzavamo un pelino la voce , si lamentavano...
Se ci appoggiavamo alle auto, si lamentavano... ma poi, le auto, a cosa servivano se non per appoggiarcisi?!  O_o
Se scorrazzavamo in bicicletta in piccole orde a due ruote, si lamentavano...
Se giocavamo a nascondino in estate fino a tarda sera, si lamentavano...
Se facevamo così tante partite a pallone, che l'erba dei prati scompariva, dando vita ad un deserto sahariano, causando tormente di terra, che sporcavano i panni appena stesi, si lamentavano...
Ecco, magari facendo un po' di autocritica, forse eravamo un pelino molesti... ed io ero pure quello considerato bravo, figuriamoci gli altri...
Vabbè... meglio tornare alle freccette   :]




Penso sia superlfuo sottolineare che nessuno rispettava il divieto finale per i 14enni, assolutamente non il negoziante, non i genitori, men che meno i bambini: il paese delle libertà!  ^_^
Dimenticate le regole illustrate sopra, nessun bersaglio con il punteggio!
Scopo del gioco era quello, individuato un percorso definito di alberi, di arrivare per primi al traguardo.

Si faceva un giro di tiri, chi aveva centrato il bersaglio, cioè l'albero, sempre con la freccetta che doveva restare infilzata nel legno, poteva passare all'albero successivo. Chi aveva sbagliato il tiro, avrebbe dovuto ripeterlo, accusando, in questo modo, un ritardo nel tentativo di arrivare al traguardo.
Si ripeteva il turno per il successivo giro di tiri, e così via fino alla vittoria finale, non c'erano medaglie d'argento o di bronzo, l'unica cosa che contava era vincere  ;)
Ah, dimenticavo, era meglio essere fuori della traiettoria del lanciatore... specialmente se questo non aveva la nomea di cecchino... ho visto gente colpita in ogni parte del corpo, tranne, per fortuna, in faccia.
Poi c'erano i coglioni che la freccetta te la tiravano addosso di proposito, ma quelli erano, appunto, coglioni...
Altra cosa da rammentare era quella di NON prestare mai la propria freccetta a qualcuno, c'era chi aveva la malsana abitudine di piegare le alette, illudendosi di migliorare l'aerodinamicità del dardo, col risultato finale che la tua freccetta acquistava traiettorie degne dei cross di Lichstainer...
Ovviamente non si trattava di bersagli posti a pochi metri uno dall'altro, anche se in cortile gli alberi non mancavano, le distanze erano spesso siderali, incrementando di molto la pericolosità del tiro.
Va da sé che per effettuare un lancio di una decina di metri ed oltre, era necessario impartire una forza considerevole alla freccetta, quindi se qualche malcapitato/a si trovava a fianchi dell'albero, il rischio di rimanere infilzati era molto alto, specialmente se tiravano alcuni arci noti compagni di giochi con la mira assai storta.
Per quanto riguarda la tecnica di lancio della freccetta, le si poteva dividere in tre categorie:
tiro potente diretto;
tiro alto a semi campanile;
tiro tipo il lancio a softball, ergo dal basso.
Quest'ultima era una tecnica poco usata, ma comunque efficace.
Tanto divertimento, poca spesa, tanti danni  :]
Riguardando il mio vecchio cortile, oggi, ammesso che dei bambini moderni possano mai considerare affascinate un gioco come questo, non sarebbe comunque attuabile, quasi tutti gli alberi sono stati tagliati, alcuni per raggiunti limiti di età, altri per far posto a parcheggi.
Non ci sarebbero più percorsi da scegliere  :]


La Arcofalc esportava queste freccette in tutta Europa, chissà se anche i nostri coetanei tedeschi, francesi ed inglesi giocavano nelle medesima modalità di cortile.






Altre due freccette un po' più affusolete (cit.)





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